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L’artigiano del XXI Secolo: stato di fatto e prospettive dell’handmade nell’era del web 2.0

In un momento di difficoltà nel reperire risorse economiche, assume un ruolo fondamentale il sostenere le piccole medie imprese e nello specifico le aziende artigiane, che rappresentano un patrimonio decisivo per lo sviluppo culturale e sociale italiano.
Come? Suggerendo nuovi strumenti e strategie.

Handmade e manualità creativa diventano allora il punto di partenza per creare sinergie innovative di crescita, soprattutto se associate alle potenzialità del web e dei new media, a strumenti veloci e dinamici in grado di attivare circuiti virtuosi in rete.
Così, la tradizionale professione dell’artigiano, che da sempre richiama alla memoria la manualità e l’attività di bottega, si trasforma in un lavoro web oriented, che unisce modernità e tradizione e che vive immerso in community fondate sulla partecipazione virtuale.

Di questo si è parlato nel corso del convegno “L’Artigiano del XXI Secolo” che si è svolto a Firenze il 14 novembre a Villa Fabbricotti, con il patrocinio di Regione Toscana, Toscana Promozione, garagErasmus, Confartigianato Imprese Toscana, ARTEX, CNA Toscana. La giornata si è aperta con le parole dell’Assessore alle attività produttive della Regione Toscana Gianfranco Simoncini, che, presentando nuovi bandi e processi di integrazione tra imprese, pone un’attenzione particolare all’innovazione e alla ricerca delle piccole aziende artigiane che coniugano qualità e modernità. In Toscana infatti, ha spiegato l’Assessore, saranno attivate delle botteghe-scuola con finalità formative; saranno promosse iniziative a sostegno del set tore per salvaguardare tecniche di produzione che rischiano di scomparire e per promuovere la digitalizzazione.

A seguire, è intervenuto Alessandro Ricceri, Presidente di ARTEX (Centro per l’Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana), per presentare lo stato dell’arte delle produzioni artistiche tradizionali con numeri utili (solo in Toscana ci sono ad oggi 33.000 imprese artigiane, con oltre 177.000 addetti, che corrispondono al 12% degli occupati) : è emerso  che – dati alla mano – le imprese in grado di differenziarsi puntando sulla ricerca, sull’originalità  e qualita’ sono state premiate dal mercato, così come quelle che si sono rivolte all’estero puntando all’internazionalizzazione.

A seguire, Simona Bonciani, consulente e docente esperta in comunicazione e web marketing, titolare dell’agenzia Noetica di Bologna, è stata chiamata a svolgere un intervento formativo sui nuovi strumenti e sulle metodologie per comunicare, promuovere  e vendere nell’era del web 2.0: una carrellata veloce su principi e strategie della comunicazione e del marketing on line per permettere a un’azienda di progettare la propria presenza attiva in rete e per definire il proprio modello di business on line.

Una riflessione importante – a partire da dati di settore relativi all’utilizzo di strumenti promozionali quali i social network e i numeri dell’e-commerce in Italia (vedi dati Casaleggio Associati, Netcomm e Osservatorio del Politecnico di Milano) – da cui emerge l’importanza di non “sottrarsi” al cambiamento in atto (“un’azienda che non è presente on line non è un’azienda che non comunica bensì un’azienda che comunica la propria assenza…”),  di pianificare un’attenta strategia ( ovvero di definire direzione, scelta e differenziazione ) e infine di aggiornarsi costantemente in un mondo in continua evoluzione.

Ma quando si parla di Artigianato 2.0 si parla anche di software di ultima generazione, di tecnologie online che consentono di sviluppare le specificità dell’handmade. Nuovi materiali, nuovi servizi web, app e processi di produzione robotizzata sono solo alcuni esempi presentati nel corso dell’intervento di  GaragErasmus. Sono infatti le veloci trasformazioni della tecnologia a condurre la tradizionale visione dell’artigiano ad un “saper fare” che passa attraverso nuovi strumenti automatici di produzione, ma anche ad una diffusione open delle tecniche, a tecnologie a noleggio condivise, all’auto promozione online (eshop, blogging). Il risultato è una fabbricazione digitale che crea prodotti il cui valore aggiunto è dato da una maggiore capacità innovativa, e dalla possibilità dell’utente di dire “l’ho fatto io”.

Come evidenzia Filippo Moroni, esperto del settore, esiste la possibilità di condividere competenze artigianali tramite piattaforme open source, che sintetizzano idee e tecniche provenienti da più menti allo scopo di creare nuove tecnologie e prodotti innovativi. All’estero esistono veri e propri laboratori partecipati in cui si sperimentano nuovi modelli importabili nel nostro paese, modelli in cui si può usufruire anche a distanza di strumenti digitali di produzione.
Il concetto di artigianato quindi si amplia grazie alle competenze tecnologiche e si estende fino a raggiungere la progettazione, l’industrializzazione rapidissima di pezzi unici.

Come ha sottolineato anche Simone Cosimi, giornalista di Wired e Style, è importante entrare in una logica di co-branding e di crowd-founding, in cui l’esigenza di mettere insieme risorse e competenze offre infiniti sviluppi alla creatività e all’impresa. Il tutto grazie al web naturalmente.

Cosa devono fare quindi gli artigiani nell’era del web 2.0?
Stefano Micelli, docente e autore del libro Futuro Artigiano. L’innovazione nelle mani degli italiani (I Grilli Marsilio Editore, 2011), ha introdotto la tavola rotonda sottolineando le ultime evoluzioni della figura dell’artigiano: si è passati infatti da un professionista che, un tempo, tutelava e proteggeva “i segreti” nella sua bottega, ad un “tecno-artigiano” che oggi mostra, racconta e quindi condivide la sua esperienza e il suo saper fare in rete, trovando spunti innovativi proprio nel web e nell’interazione con altri utenti.

A questo proposito Micelli ha introdotto alcune case history di eccellenza nel panorama italiano: artigiani del XXI secolo che usano in modo consapevole e propositivo le nuove tecnologie e i new media.

Giulia Tognellini, portavoce del progetto Thatsarte, piattaforma web dedicata alla vendita di ceramiche artistiche, ha presentato aspetti rilevanti di questo e-commerce, in cui il 90% delle vendite del progetto proviene dagli Stati Uniti (con ordini che superano anche i 5000 dollari) e in cui gli utenti principalmente cercano prodotti specifici, realizzati con disegni di artigiani pensati ad hoc, con caratteristiche uniche e irripetibili, fatte su misura.

Matteo Gioli, del marchio Super Duper Hats, specializzato nella produzione di capelli fatti a mano dal raffinato stile retrò, illustra il suo progetto e-commerce, che si distingue in rete per la storia tutta Made in Italy. Un racconto che parte dalla pura manifattura e da un “savoir faire” italiano, che online è in grado di attirare utenti verso una “bottega virtuale” dal sapore artigianale autentico.

Francesca Marzocchi, del progetto Digital Makers di CNA Toscana, spiega la capacità degli artigiani 2.0 di coniugare la tradizione della manifattura con la tecnologia dei prodotti o con l’uso nuovi strumenti (stampanti 3d, tagli laser) di produzione. Ha quindi riportato al pubblico la sua esperienza presso la realtà americana dell’Artisan Asilum di Boston, uno spazio condiviso per i maker (chi vuole fare) che mettono in comune tecnologie (a differenza della realtà italiana dove la divisione tra piccole imprese spesso rappresenta un ostacolo). In quest’ottica CNA Toscana ha recentemente attivato tirocini formativi per sviluppare la digitalizzazione delle imprese.

Antonio Scribano del progetto Fattelo! – il cui nome deriva dall’acronimo di Yu did youserlf – (si tratta di un gruppo di designer che si occupa di riciclo creativo che ha fondato la prima impresa italiana finanziata dal crowd-founding) ha parlato di 01Lamp, la lampada open source ricavabile da un cartone di pizza. In questo caso a fare la differenza è una piattaforma che rende disponibile a tutti gli oggetti con un codice sorgente. Gli utenti possono acquistare il prodotto e realizzarlo in autonomia, ma anche migliorarlo e condividere tutto online.

Infine, Elisa Delogu e Lucia Principe, hanno presentato il progetto dei Pesci Pneumatici, un atelier  bolognese dedicato al design tessile e alla creazione di prodotti eco-sostenibili con tessuti riciclati e materie prime naturali. In questo caso si offre ai clienti non solo la possibilità di produrre qualcosa, ma la realizzazione di un’attività di web design su misura. Le collezioni prodotte non sono stagionali, ma continuative ed è il cliente a costruirsi da solo il proprio abito. Punto di forza del progetto, oltre alla personalizzazione assoluta, anche il sito web che presenta un concept accattivante e originale.

Nel corso della tavola rotonda è intervenuta anche Valeria Neri, responsabile di Confartigianato ICT Toscana.

L’evento è stato promosso da Regione Toscana, Toscana Promozione, garagErasmus, ARTEX,  CNA Toscana e Confartigianato imprese Toscana.